Molte persone sono convinte che, quando si parla di cucina povera si fa riferimento alla cucina praticata abitualmente dalle popolazioni povere vissute nel corso della storia, ma non è così; i poveri, in quanto tali, probabilmente non avevano nulla da mangiare, e se ce l’avevano non era certo un qualcosa che andava cucinato, bensì del pane raffermo, magari delle patate o dei pomodori, e forse qualche verdura. Diciamo pure che i poveri mangiavano quello che gli capitava a tiro, e senza troppe sofisticazioni, ossia che non avevano forse neppure i mezzi per riscaldarlo quel tozzo di pane.
Cosa ben diversa è invece cucinare usando prodotti e metodi poveri, ovvero quanto più direttamente collegati con la terra; la minestra di erbe selvatiche potrebbe già essere considerato un valido esempio di cucina povera, così come le patate bollite, alle quali si aggiunge soltanto un po’ d’olio ed un pizzico di sale, o magari alla saporitissima fresella fatta con pane duro spugnato con colatura di pomodoro ed alici.
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